Sono stati circa 10 mila i visitatori che, da ogni angolo della regione, hanno raggiunto Fermo per i 4 giorni di Fermhamente, il festival della scienza del Comune di Fermo, prodotto da Labilia Srl con la direzione scientifica di Andrea Capozucca. Attorno al tema “Scienza e immagine”, infatti, quasi 80 eventi diffusi che hanno animato l’intero centro storico cittadino con una folla festante e curiosa di studenti di ogni età e tantissime famiglie.

Il bilancio della terza edizione della kermesse che celebra “la scienza ogni giorno” è stato dunque decisamente positivo attestando il trend di crescita rispetto agli anni precedenti.

«Siamo estremamente soddisfatti dell’edizione – racconta Mauro Labellarte, fondatore di Labilia – sia dal punto di vista delle presenze numeriche che per la composizione del pubblico proveniente dall’intera regione. Inoltre – spiega Labelllarte – ci riempie di orgoglio ricevere attestati di stima sia da parte di tanti studiosi e illustri ospiti che hanno contribuito a rendere così ampio e variegato il programma che da parte dei tanti visitatori accorsi».

A far da eco alle parole di Mauro Labellarte anche il direttore scientifico del festival, Andrea Capozucca «Sono stati tre giorni densi e intensi nei quali la scienza ha animato i luoghi di Fermo. Il bilancio è molto positivo sotto tanti punti di vista: dalle presenze che sono state tante sia nei giorni dedicati alle scuole, sia nei giorni aperti al pubblico, del livello degli ospiti, della qualità delle proposte, dell’entusiasmo dei partecipanti che quest’anno sono giunti a Fermo da tutta la regione. Credo che venerdì sera   – aggiunge -nel corso della tavola rotonda si sia raggiunto il picco più alto del Festival da tre anni a questa parte. I membri del comitato hanno dato vita ad una profonda e intensa riflessione sulla comunicazione della scienza e sul ruolo dell’immagine e dell’immaginario in essa. Una riflessione – continua – che ci ha mostrato la scienza nelle sue tante sfaccettature dalla ricerca più avanzata alla didattica fino alle sue forme di comunicazione più o meno standard».

«La nostra impressione – conclude Capozucca – è che il Festival stia crescendo di anno in anno in qualità e spessore dell’offerta e che il suo format comunicativo stia diventando ormai un unicum riconosciuto a livello nazionale».