“Diario tra le pieghe”, di Mauro Labellarte

PERCHE’ LI CHIAMATE EROI?

So che ha parecchie persone quello che sto per scrivere darà molto fastidio. Ma ho sempre pensato, e continuo a farlo, che nè i medici, nè gli infermieri, né i poliziotti, i carabinieri e ogni altro rappresentante delle forze dell’ordine siano degli eroi. Alla voce “eroe” la Treccani indica: chi, in imprese guerresche o di altro genere, dà prova di grande valore e coraggio affrontando gravi pericoli e compiendo azioni straordinarie.

In molte situazioni, in effetti, le figure sopra citate si comportano da eroi. Però sono pagate, per farlo. E l’eroe non lo è mai.

Queste persone hanno fatto una scelta: hanno deciso che lavoro volevano fare, valutandone i rischi e i doveri e sapendo fino a dove può portarli.
Se devono tirare fuori coraggio e abnegazione: beh, è quello che tutti noi ci aspettiamo da loro.
Che direste se un medico non vi curasse per timore di ammalarsi?

Semmai va fatto un altro discorso: è giusto mettere i carabinieri nelle barzellette e poi chiamarli eroi quando danno la vita?
È giusto lamentarsi indistintamente della sanità italiana per poi esaltare il personale sanitario quando resta a servizio oltre il turno di lavoro durante la pandemia?
Come possono essere considerati, da noi, un giorno inetti e il giorno dopo degli eroi?

Ecco perché per me queste persone valgono di più: l’eroe reagisce con coraggio di fronte ad una situazione che richiede una scelta, non pensando a sé stesso ma al bene dell’altro.
Queste persone lo hanno già fatto, a monte. E confermando quella scelta ogni giorno.
Meritano un rispetto altissimo, un grazie quotidiano e incondizionato, perché vanno oltre il gesto istintivo e temporaneo dell’eroe. Hanno ben chiaro il loro ruolo, il senso della loro scelta!

Ogni giorno ogni carabiniere sa che probabilmente dovrà affrontare situazioni limite: malviventi, criminalità organizzata, assassini, inseguimenti pericolosi. Tu lo faresti? Io no.
Un infermiere sta a contatto giornalmente con gente ammalata, spesso pericolosa. Tu lo faresti? Io no.
E ringrazio Dio che invece loro si. E nonostante gli scarsi salari, nonostante gli strumenti inadeguati.

Hanno più del mio rispetto, hanno la mia ammirazione.
E vicino a loro vanno ricordati, con diversa ma simile importanza, anche gli imprenditori coraggiosi che ripartono nonostante tutto, caricandosi sulle schiene nuovi mutui e notti insonni, rischiando il fallimento. E tutte le persone oneste, quelli che ci mettono la faccia, coloro che lavorano con le povertà dell’uomo.

Persone che sanno cos’ è la dignità, la considerazione, il rispetto.
Per tutti. Anche per coloro che continuano a chiamarli soltanto eroi