“Diario tra le pieghe”, di Mauro Labellarte

CHE SENSO HA FARE SPETTACOLI E EVENTI AI TEMPI DEL CORONAVIRUS?

Mi sono detto di aver scelto il lavoro sbagliato.
I primi giorni chiuso in casa, mentre si cominciava a valutare seriamente la situazione lavorativa alla luce di quella sociale, ho pensato questo.
Faccio produzioni musicali, produzione di eventi e formazione da una vita, eppure mai come allora mi sono sentito l’ultima ruota del carro. 12 produzioni internazionali gettate in pasto ai pesci, festival importanti annullati, attività formative innovative che non sembravano servire più a nessuno.

La cultura non la considera importante più nessuno, se non a parole.
Ed è parola avvicinata a museo,  teatro, anche a cinema, ma non a musica. O meglio: la musica classica si, forse un po’ il jazz, ma la musica pop, il Blues, l’etnico, l’indie, anche il rap se vogliamo, non sono visti come espressioni culturali.

Eppure lo sono:  ho elencato stili e “categorie sonore”, ma sempre di musica stiamo parlando. Un festival che incontra 50.000 persone ha meno valore di un museo che ne fa 60.000 l’anno? È una serata all’opera vale di più di una storica festa patronale? Il festival di Sanremo, con i suoi milioni di telespettatori ha meno importanza di un cinepanettone italiano?
Ne vogliamo fare una questione di numeri, di storia, di longevità, di rappresentanza sociale?

Ma io sono orgoglioso di quel che faccio, qualunque cosa sia.
Un festival della scienza ben riuscito rende le persone più consapevoli, uno spettacolo ben realizzato ti cambia l’umore e i sogni. Fare un  bell’evento formativo, coniugando profondi contenuti e leggerezza d’esposizione è un fine esercizio d’arte e comunicazione.

Si: avremo ancora bisogno di spettacoli, di eventi, di crescere con l’anima e con la mente, domani più di prima, visto quel che stiamo vivendo.
Perché l’arte e la cultura sono fantasia, creatività, costruzione di pensiero, capacità tecniche, studio, lavoro, dedizione, poesia, ragionamento, passione, serietà, energia, sogno, concretezza, desiderio, specchio della vita, reinterpretazione.

Che cos’altro può tutto questo?